sabato, novembre 02, 2013

Non siamo altro che avanzi riciclati

Chissà perché, quando pensiamo alla creazione della materia in generale ma nello specifico a quella che ci compone, abbiamo una immagine di genesi primordiale, come se scaturissimo dal nulla o comunque come se si potesse generare materia, animata od inanimata, senza attingere da qualcosa di preesistente. 
La realtà invece è che gli atomi che ci compongono sono vecchi di miliardi di anni e nella loro infinita storia sono stati parte di nebulose galattiche, stelle, supernove, meteore, pianeti, vulcani e chissà cosa altro di meno nobile.

Non è errato quindi affermare che siamo fatti di materia riciclata, gettata nel cesto (quello grande) dell'umido interstellare, per poi essere riutilizzata all'occorrenza nel plasmare tutto ciò che possiamo osservare compresi noi stessi. Quindi dovremmo allargare la lista delle possibili reincarnazioni e soprattutto delle vite precedenti:

probabilmente in passato sono stato una stella degenere, subito dopo una cometa per poi diventare una meteora ed infine una piccola porzione di mare qui sulla Terra, ma soprattutto non ho idea di che cosa diventerò dopo, anche se sicuramente una parte dei miei atomi di ossigeno e di idrogeno torneranno evaporando in atmosfera e quindi facilmente sarò una nube.

 Un fondo di verità quindi anche nella teoria della reincarnazione, si ma quella atomica.

venerdì, novembre 01, 2013

Invecchiare per non morire o morire per sopravvivere?


Nella inconclusa (ed inconcludente) lotta contro l'invecchiamento c'è una profonda misconoscenza dei principi che permettono all'Uomo ed all'Universo di esistere e sopravvivere.

Il principio naturale alla base di ciò che siamo e che saremo, è quello del continuo aumento del disordine: senza tale disordine non si sarebbe creata la varietà di materia ed energia, di galassie, di stelle ed infine di pianeti adatti ad ospitare la vita, e senza il caotico susseguirsi di generazioni di minuscole creature in ascesa evolutiva, noi non saremmo mai arrivati a vedere la luce, ne come singoli ne come umanità.

Ora qualcuno vorrebbe immaginare una generazione di highlanders geneticamente modificati in grado di vivere per secoli, ma anche solo lo squilibrio tra la velocità di invecchiamento di diverse specie potrebbe rivelarsi fatale per il nostro futuro; se è vero che i batteri evolvono molto velocemente, creando nuove varietà con caratteri genetici diversi in brevissimi periodi, è anche certo che l'uomo continua a rallentare la sua ascesa genetica allungando la durata media della propria vita, e prima o poi si incontreranno generazioni di nuovi batteri e di vecchi (geneticamente) uomini con le conseguenze che si possono immaginare e che forse alcuni medici cominciano già a rilevare.
Prima o poi dovremo fare i conti con la nostra egoistica smania di sopravvivenza, che come istinto primordiale ci ha permesso di evolverci come specie, ma che declinato nella versione soggettiva diventerà presto il nostro tallone di Achille.