sabato, giugno 20, 2015

Siamo in tempo?

Il ticchettio di un orologio che scandisce il silenzio, la lancetta dei secondi che ipnoticamente compie la sua rivoluzione: un immagine rara nell'era del digitale, eppure quelle macchine del tempo che ora sembrano antiche, creano col loro modus operandi una visione forse più esplicita di che cosa possa significare lo scorrere del tempo.
L'abbiamo ormai ripetuto tante volte: il tempo è relativo cioè non è universale. Non esiste un orologio super partes che scandisce il tempo con la stessa frequenza per me e per il pilota di un aereo o tra un villeggiante al mare ed uno in montagna; ognuno ha un proprio tempo relativo a quello degli altri, più lento o più veloce, con differenze infinitesimali per noi che abitiamo questo pianeta. 


Così quella lancetta si muoverebbe più lenta se portassimo quel vecchio orologio in un viaggio ai limiti della velocità della luce, ed è così che la lancetta va più veloce se ci troviamo in orbita, lontano dal centro gravitazionale della Terra; ma lenta o veloce rispetto a cosa se non esiste un orologio universale di riferimento? Ed ecco che assume un senso il termine "relatività"!
Quando misuriamo una velocità od un tempo è sempre rispetto a qualcuno o qualcosa, perché non esiste uno spazio od un tempo assoluto. Il fatto che viviamo confinati su di un pianeta ha reso naturale utilizzare i punti di riferimento che l'uomo aveva comodamente a disposizione: abbiamo deciso cos'è il nord ed il sud, abbiamo misurato il tempo tra un tramonto e l'altro, abbiamo stabilito che andare ai 20 km/h significa muoversi rispetto al suolo a quella velocità.

L'universo però non funziona esattamente così: se fossimo nello spazio profondo non avremmo più alto e basso, nord e sud, e se vedessimo passarci accanto un satellite non potremmo dire se siamo noi che ci stiamo muovendo verso di esso od il contrario! La mancanza di punti di riferimento ci fa capire meglio il significato di "relatività".

Per il tempo la questione è esattamente la stessa: il mio tempo sta rallentando ma rispetto al tempo di chi? La lancetta si muove più veloce ma paragonata a quale altra lancetta?
La nostra percezione di esseri coscienti non ci permette di assorbire completamente il concetto di relatività temporale perché ci siamo evoluti in un piccolo angolo di universo in cui le cose funzionano in modo assolutistico rispetto ad esso: ma c'è qualcosa di più profondo che ci è difficile esplorare.
La relatività spaziale pur non appartenendoci appieno è in qualche modo assimilabile, (almeno fino a quando non discutiamo dell'espansione dello spazio ma qui aprirei un altro capitolo), perché nello spazio ci si muove liberamente: possiamo andare e tornare da un punto all'altro, indipendentemente da ciò che può fare qualcuno che ci osservi; il tempo invece ci permette una sola direzione, dal passato al futuro. Ecco perché è difficile immaginare tutti gli orologi paralleli che viaggiano ognuno a velocità diversa verso il futuro: qualcuno arriverà prima? Il futuro di qualcuno rappresenterà il passato di qualcun'altro? C'è un orologio che va più veloce di tutti? Esiste un orologio fermo nel tempo? Insomma sembrano scaturire infiniti paradossi ai quali non sembra possibile dare risposta.

Ma ci sono domande che possono aprire uno spiraglio alla nostra comprensione: esiste il tempo senza lo spazio? E lo spazio avrebbe significato se non contenesse energia o materia?
Il tempo è un illusione, rappresenta la conseguenza dell'evoluzione dell'energia nello spazio: non esisterebbe un tempo se non esistesse una materia che è in continua interazione con se stessa e lo spazio che la circonda. Difficile immaginare il contrario ma se pensiamo al nostro orologio, alla sua lancetta immobile, alla molla scarica ed ai meccanismi fermi, forse per un attimo possiamo percepire l'assenza del tempo e se riusciamo a farlo possiamo provare anche a cogliere la relatività di quel silenzio rispetto al caos dell'universo.



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